“Da oggi non sono più in Confindustria. Mi sono dimesso da presidente di Confindustria
“Centro Sicilia” e dal direttivo regionale dell’Associazione. Questa Confindustria, ai vari livelli, è condizionata da Antonello Montante sotto inchiesta per concorso in associazione mafiosa, tuttora delegato nazionale per la legalità, presidente di Sicindustria, di Unioncamere Sicilia e della Camera di commercio di Caltanissetta”.
Lo scrive in una nota Marco Venturi, tra gli artefici della svolta di Confindustria nella lotta al racket.
Venturi, che è stato assessore regionale nella giunta di Raffaele Lombardo, rincara le accuse al leader degli industriali siciliani: “Montante, da diverso tempo portatore di poteri illimitati, domina il sistema di Confindustria, incide in alcuni settori nevralgici del Paese e determina le scelte del presidente della Regione siciliana”. “Il Collegio dei probiviri di Confindustria invece di chiedere conto da sette mesi a Montante della sua pesante ed imbarazzante inchiesta giudiziaria per concorso in associazione mafiosa mi ha contestato di avere rilasciato doverose dichiarazioni alla stampa – afferma Venturi – Confindustria da tempo avrebbe dovuto allontanare Montante per aver violato pienamente il codice etico dell’Associazione, ma fino ad oggi nessuno ha avuto il coraggio e la capacità di cacciarlo”.
Venturi attacca anche il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta: “Strombazza la sua rivoluzione contro i boss di mafia senza dire chi siano, sostiene di avere cacciato da Gela 825 mafiosi, ma gli sfugge il fatto che il presidente della Camera di commercio di Caltanissetta è sotto inchiesta per concorso in associazione esterna mafiosa”.
E ancora: “Agisce nel sistema confindustriale in Sicilia una lobby trasversale che si nutre di vendette e che ha cercato di imbavagliare me e il presidente dell’Irsap Alfonso Cicero, un sistema che opera attraverso condizionamenti e pressioni sugli associati”.
“Non ho alcun motivo per attendere l’esito della verifica del Collegio nazionale dei Probiviri. Questa Confindustria non è nelle condizioni di agire in modo libero e di difendere la sua storia e la sua reputazione”, prosegue.
“Come ho dichiarato giorni addietro Montante è il regista di doppi giochi, ha agito in modo torbido contro me ed Alfonso Cicero riguardo a gravi ed inquietanti fatti debitamente rappresentati alla magistratura di Caltanissetta – sostiene Venturi – Il ‘codice etico’ di Confindustria è rimasto lettera morta e le espulsioni si sono ridotte a una finzione. Nel corso del breve incontro con i componenti del Collegio dei probiviri, peraltro tenutosi in gran segreto in un albergo di Milano, piuttosto che in una sede ufficiale di Confindustria, ho rappresentato e consegnato loro un documento. A breve chiederò un’audizione alla Commissione nazionale parlamentare antimafia per rendere noto quanto di allarmante sta accadendo nell’economia e nella vita pubblica in Sicilia”.