Il tribunale del riesame di Palermo ha confermato tutte le misure cautelari emesse dal Gip Claudia Rosini nell’inchiesta «Sorella Sanità». Restano dunque in carcere due degli indagati, Fabio Damiani e Salvatore Manganaro e ai domiciliari gli altri otto, fra cui Antonio Candela, nei cui confronti la conferma, come per Damiani, era arrivata qualche giorno prima degli altri.
I giudici hanno ora respinto le istanze di Manganaro, Giuseppe Taibbi e degli imprenditori Angelo Montisanti, Crescenzo De Stasio, detto Salvatore, Francesco Zanzi, Roberto Satta, Ivan Turola e Salvatore Navarra. I personaggi principali dell’indagine coordinata dal procuratore aggiunto di Palermo Sergio Demontis, condotta dalla Guardia di Finanza, sono Damiani e Candela, ex direttori generali delle aziende sanitarie provinciali di Trapani e Palermo.
Damiani aveva guidato anche la Cuc, centrale unica di committenza per gli appalti della Regione, mentre Candela era stato commissario per l’emergenza Covid in Sicilia. Per l’accusa avrebbero preteso tangenti a percentuale fissa in appalti della sanità del valore complessivo di 600 milioni di euro.